venerdì 7 ottobre 2011

“Si! Può! Fare!!!!!”

L’idea, balenata come un lampo nella notte, attraversò la mente del ricercatore da anni impegnato a trovare la formula su come arrivare a fine mese. - Invertendo totalmente gli impulsi nervosi che dal cervello del paziente passano direttamente al pene, invertendoli dicevo può darsi che il pene ridia stimoli e impulsi al cervello, facendogli accendere quei pochi neuroni rimasti! - Ma è geniale – rispose il bidello che con lui divideva i 20 metri quadrati pagati in nero alla periferia di Roma – così non avremo un cazzetto alla testa del governo, ma daremo una testa al quel cazzo di governo. - Già! Le idee migliori gli sono sempre state ispirate dai testicoli. Bene. E ora che questi testicoli siano messi al servizio del paese anziché di quattro sgallettate. Capitò così che alle sei di mattina, i pochi che aspettavano il primo autobus dalle parti de La Sapienza videro due uomini correre con un pacco di svolazzanti appunti verso il collettivo studentesco. Le loro facce erano sconvolte ed eccitate. “Risvegliare il cervello di Berlusconi collegandolo direttamente al suo cazzo? Ma vi rendete conto di quel che dite?” “Assolutamente. È possibile. Anche probabile. E provarci non costa niente”. “Ok. Mozione approvata. Diamogli la sveglia”. Il mostro giaceva sulla barella. Tutto era pronto per l’esperimento del secolo. Due particolari agghiaccianti riempivano di sbigottimento il laboratorio. Erano evidenti segni di rigor mortis: il sorriso stampato in faccia e quel piccolo, buffo rigonfiamento del pantalone all’altezza della patta. “State indietro. Pronti? Svegliaaaa!!!!”. Secondo il rapporto stilato dalla commissione scientifica, l’esperimento si rivelò un successo. Il morto si rianimò e tornò in vita. Ebbe tuttavia qualche iniziale difficoltà psicomotoria. Pare che la prima parola pronunciata sia stata: “Bungaaaa!”.

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